Sindacati in piazza contro i nuovi voucher: «Un regalo a chi sfrutta il lavoro nero»

lun 23 luglio 2018

Il ritorno dei voucher, ma soltanto per i settori di agricoltura e turismo, ha già scatenato un acceso dibattito sui pro e i contro del provvedimento. Una battaglia che vede già la Cgil pronta ad indire un referendum, mentre i sindacati degli agricoltori Flai CgilFai Cisl e Uila Uil hanno organizzato una mobilitazione per i giorni 24, 25 e 26 luglio davanti al Parlamento, proprio durante la discussione del Decreto Dignità. Ma quali sono le motivazioni che spingono gli agricoltori a schierarsi dalla parte dei NoVoucher

“Voucher utilizzati come salvacondotto” 

La prima critica mossa dai sindacati contro la reintroduzione dei voucher fa riferimento all'utilizzo che ne facevano le aziende, che sfruttavano i buoni per nascondere il lavoro nero: “I voucher in agricoltura esistono già e sono disciplinati con limiti ben definiti vogliamo impedire che si torni ad un sistema penalizzante per i lavoratori, la legalità e la tracciabilità – spiegano i sindacati in una nota congiunta -non accetteremo di tornare indietro, a quando i voucher venivano utilizzati da troppe aziende come salvacondotto da mostrare in caso di ispezioni in azienda”per nascondere il lavoro nero”.

La tracciabilità già esiste

Secondo i sindacati esistono già delle regole semplici in grado di assicurare la trasparenza: “Oggi l'azienda agricola che utilizza il lavoro accessorio comunica telematicamente un'ora prima dell'inizio della prestazione i dati del lavoratore, il compenso pattuito, il luogo e la durata della prestazione. Il lavoratore riceve conferma attraverso un sms della accensione del rapporto. Questo basta, a nostro avviso, per evitare le truffe". 

I dati: più contratti con l'abolizione dei voucher

A dare manforte alla 'posizione' degli agricoltori ci sono i dati dell'Inps, secondo cui quasi un terzo dei voucher utilizzati in tutti i settori lavorativi in Italia nel 2016, sono già stati sostituiti nel 2017, con contratti di lavoro dipendente a termine in contemporanea con l'abrogazione dei buoni lavoro. Sempre secondo i dati dell'Istituto di Previdenza, da aprile 2017 a marzo 2018 le assunzioni con contratto di lavoro intermittente sono state oltre 600.000, pari al +110% rispetto al corrispondente anno precedente (aprile 2016-marzo 2017).

Un dato che, secondo la Uila, “dimostra come la nuova e più trasparente normativa sul lavoro occasionale è servita a far emergere del buon lavoro, regolato e tutelato dai contratti ed è servita anche a convincere alcune aziende ad utilizzare i nuovi 'voucher' con maggiore oculatezza e non più come semplice salvacondotto da mostrare in caso di ispezione”. Per quanto riguarda il settore agricolo, l'Ufficio Studi della Uila ha elaborato i dati Inps relativi al lavoro stagionale evidenziando che, nel triennio 2014-2016, le giornate lavorate in agricoltura sono cresciute da 76 a 81 milioni (+6,7%), così come il numero di lavoratori occupati (+3,6%).

La protesta si allarga

Pieno sostegno da parte di Fp CgilCisl Fp e Uil Fpl alla mobilitazione contro la reintroduzione dei voucher in agricoltura promossa dai sindacati di settore Fai CislFlai Cgil e Uila Uil. "Saremo in piazza al fianco delle lavoratrici e dei lavoratori - scrivono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl - nei tre giorni di presidio che si terranno dal 24 al 26 luglio davanti alla sede del Parlamento durante la discussione del decreto Dignità per impedire la reintroduzione dei voucher in agricoltura".

Una misura che, ritengono i sindacati 'pubblici' di CgilCisl e Uil, "non è assolutamente utile in tutti i settori, compresi quelli dei servizi pubblici, ed è per questo che, al contrario, occorre lavorare per potenziare il lavoro strutturato e di qualità e non certo le forme che ampliano le maglie del lavoro meramente occasionale".

Infine, per quanto riguarda il settore dell'agricoltura nello specifico, "i voucher esistono già ma all'interno di un perimetro certo di regole: per questo, sosteniamo la mobilitazione promossa dai tre sindacati di settore per impedire che nel decreto dignità si torni ad un sistema penalizzante per i lavoratori, la legalità e la tracciabilità", concludono nella nota ufficiale Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fp.“

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