Melegatti passa di mano e riparte. Tornati al lavoro 35 addetti "precedenza agli ex"
mar 20 novembre 2018
Cessione completata. Da ieri il gruppo dolciario Melegatti, che era stato dichiarato fallito dal Tribunale di Verona nel maggio scorso, è a tutti gli effetti di proprietà della famiglia di Roberto Spezzapria, l'imprenditore vicentino che con il figlio Giacomo ha lanciato il salvagente allo storico marchio alimentare scaligero, con all'attivo 124 anni di storia.
SOMINOR ORA È MELEGATTI. Nel frattempo, la società veicolo Sominor srl, che era stata creata per partecipare alla gara di vendita in unico lotto di agosto, si è trasformata in Melegatti 1894 Spa e sono stati formalizzati gli incarichi nel consiglio di amministrazione. Giacomo Spezzapria è il presidente; il manager Denis Moro è l'amministratore delegato. Si completa così l'iter di acquisizione per un valore di 13,5 milioni di euro, versati dai compratori alla procedura fallimentare nelle scorse settimane.Melegatti quindi d'ora in poi fa parte di un gruppo che conta anche tre società di packaging, la vicentina Eriplast, la trentina Fucine Film e la modenese Albertazzi G.. «L'integrazione verticale della filiera alimentare consentirà economie di scala e ampliamento di competenze», sottolineano i vertici aziendali.
PARLA SPEZZAPRIA. «Terminate le operazioni di acquisto, da oggi saremo ancor più concentrati sul ritorno del tradizionale pandoro e panettone Melegatti sulle tavole degli italiani. Abbiamo puntato molto sul territorio e sulla valorizzazione delle sue competenze. La nostra presenza a Natale dimostrerà la concreta volontà di ripartire», dichiara il presidente. Il rogito proietta l'azienda verso l'avvio della campagna per le prossime Festività, con notevole ritardo, però, rispetto alla concorrenza che da fine agosto è in moto. Sia i competitor dai grandi numeri sia i marchi di nicchia hanno pianificato le rispettive produzioni, compresa Hausbrandt spa, che in febbraio aveva manifestato interesse ad avviare la campagna pasquale con Melegatti e a rilevare il gruppo veronese, salvo sfilarsi nei mesi successivi. L'impresa con core business nel caffè insieme al maestro pasticcere Igino Massari ha lavorato anche quest'anno ad una linea di dolci natalizi ricercati, presentata il mese scorso.
RIAPRONO I CANCELLI. La voglia di rimettere in moto lo stabilimento di via Monte Carega è tanta. Da oggi i cancelli tornano ad aprirsi per i 35 dipendenti a tempo indeterminato, per lo più ex lavoratori dello storico brand, come previsto dall'accordo sindacale. La maggior parte, 26 addetti, era rimasta in carico al fallimento e firmerà questa mattina il contratto con la nuova proprietà. I prossimi giorni serviranno a mettere a fuoco il da farsi. Per Natale si dovrà calcolare quanti pezzi sfornare - quasi certamente in stabilimenti terzi - e per quale budget. «I dati saranno tecnicamente disponibili solo nei prossimi giorni», spiegano dall'azienda. «I dolci saranno distribuiti nel retail, nelle insegne della distribuzione organizzata e in store di qualità anche nella città di Verona», fanno sapere. Ancora difficile una proiezione sul volume d'affari che si potrà sviluppare nel primo anno di attività. «Aspettiamo ad avviare tutti i processi gestionali e poi potremmo tarare stime più opportune», aggiungono. Posticipata ogni ipotesi sul futuro del secondo stabilimento di San Martino Buon Albergo, destinato ai continuativi.
Con l'atto notarile che sancisce ufficialmente il cambio di prorietà della Melegatti termina anche il periodo di esercizio provvisorio, disposto dal Tribunale di Verona il 20 giugno scorso per sei mesi complessivi, fino al 20 dicembre.
La decisione aveva consentito a luglio, a 11 dipendenti di rientrare in stabilimento, alcuni di questi però non sono stati chiamati a proseguire il loro impegno in azienda. Per i 20 che rimangono fuori dal perimetro delle riassunzioni, si apre ora un periodo di attesa. A metà ottobre quando è stato firmato l'accordo con i sindacati per la riassunzione di 26 dei 46 addetti rimasti in carico al fallimento, la proprietà Spezzapria aveva chiarito che «chi non sarebbe stato assorbito in questa prima tornata di assunzioni, avrebbe potuto essere coinvolto nei mesi successivi».
PRECEDENZA AGLI EX. I sindacati avevano comunque preteso l'inserimento della clausola del diritto di precedenza per eventuali nuovi inserimenti. Resta da sondare se la cassa integrazione autorizzata in agosto per tutti i dipendenti, copra anche il prossimo mese e se ci sono strade da percorrere per ottenere qualche proroga agli ammortizzatori per chi resta a casa.
CREDITORI. Altra partita aperta riguarda invece i creditori. Ed è una partita che si giocherà tutta quanta in Tribunale.In ottobre, in due separate udienze, i quattro curatori delle due società, insieme ai due giudici delegati hanno predisposto la lista dei creditori ammessi al fallimento. Solo per Melegatti le domande di insinuazione sono state più di 300. Molti gli esclusi che avranno tempo fino a sabato per presentare ricorso contro la decisione.
CREDITORI PER 38 MILIONI. Complessivamente i creditori hanno presentato istanze per oltre 38milioni di euro: più di 32 per Melegatti, circa sei per Nuova Marelli.Il Tribunale ha deciso di ammettere richieste per 25,3milioni per la prima società, per 5,8milioni per la seconda. Sono rispettivamente pari a 8,6 milioni e 1,6 milioni le cifre dell'ammontare dei crediti privilegiati, che potranno essere coperti con le entrate ottenute dalla vendita perfezionata ieri.
Fonte: L'Arena 19.11.2018