"In Trentino mancano 12 mila lavoratori nei campi: chiamiamo i disoccupati al posto degli stranieri"
sab 28 marzo 2020TRENTO. Gli effetti negativi dell'emergenza coronavirus arrivano anche nel comparto agricolo con la carenza di manodopera straniera. Lo sottolineano i sindacati Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil del Trentino, secondo i quali servono circa 12.000 lavoratori.
«Capiamo la preoccupazione delle aziende - aggiungono i sindacati - ma non servono scorciatoie né vecchi voucher. Siamo pronti a fare la nostra parte, ci vuole subito un confronto con la Provincia».
«Quello che oggi è un enorme problema può diventare però anche un'opportunità - sottolineano i segretari Maurizio Zabbeni, Fulvio Bastiani e Fulvio Giaimo - pensiamo a lavoratori e lavoratrici che a causa delle misure di contenimento del contagio sono sospesi in cassa integrazione e a quelli che non rientreranno o perderanno il lavoro. Queste persone possono diventare con la loro disponibilità parte della soluzione. Non serve ripristinare i vecchi voucher né ricorrere a scorciatoie o interventi che non tutelano come necessario gli addetti. La legge consente di sospendere sia la Naspi sia la cassa integrazione per lavorare e poi tornare a percepire l'ammortizzatore sociale. Si proceda in questa direzione, puntando anche sulla formazione degli addetti, unica arma per tutelare la salute e la sicurezza degli operai agricoli».