Il lavoro nei campi è tra i più esposti al pericolo
mar 12 luglio 2016
Trai lavori più esposti ai rischi del caldo ci sono le attività in aziende con grandi fonti di calore come le fonderie, le vetrerie e le acciaierie, ma soprattutto quelle svolte all'aperto come l'edilizia e l'agricoltura. Basti pensare che lo scorso anno nelle campagne veronesi si sono verificati ben tre casi di malore legato al caldo, di cui due mortali. «La legge prevede determinati obblighi per i datori di lavoro, che devono prevedere misure da adottare quando si verificano particolari condizioni di alte temperature e umidità», spiega Katia Dalle Molle, medico del lavoro del servizio Spisal dell' Ulss 20.
«I datori devono mettere a disposizione acqua fresca e bevande idrosaline (per recuperare gli elettroliti persi con la sudorazione) e informare i dipendenti sull'importanza di bere. Inoltre è opportuna una riprogrammazione della giornata lavorativa, in modo che i compiti più pesanti vengano eseguiti nelle prime ore della mattina e nel tardo pomeriggio, magari prevedendo una rotazione dei dipendenti».
Come sottolinea la Dalle Molle, soprattutto per le attività all'aperto, è importante rispettare e incrementare le pause, da svolgere in luogo fresco e possibilmente ombreggiato. «Infine, il datore di lavoro deve impegnarsi a fornire oggetti di protezione, come cappelli a tesa larga e vestiti realizzati con tessuti traspiranti e di colore chiaro».