Ccnl Alimentare, dopo gli scioperi riparte la trattativa
lun 01 febbraio 2016
Ricominciano il 3 febbraio le trattative per il rinnovo del contratto dell’industria alimentare che interessa oltre 400 mila lavoratori e, in vista di tale ripresa, Fai-Flai-Uila hanno deciso di sospendere lo sciopero nazionale di otto ore già programmato per il 29 gennaio. La ripresa del confronto, che procederà a oltranza, è dovuta in primo luogo alla grande mobilitazione messa in atto dalle lavoratrici e dai lavoratori del settore che hanno risposto con grande determinazione e compattezza alle indicazioni di lotta decise da Fai-Flai-Uila. Il blocco delle flessibilità e l’astensione dal lavoro ha coinvolto anche dipendenti di aziende spesso ai margini dell’iniziativa sindacale, a dimostrazione che il disagio manifestato nel corso di questi mesi di negoziato dalla delegazione trattante era ed è in perfetta sintonia con il sentire delle lavoratrici e dei lavoratori.
Non va però taciuta la rapidità con la quale Federalimentare e Fai-Flai-Uila hanno saputo ritrovarsi e ritrovare soprattutto il filo conduttore utile a svolgere tutti i tentativi necessari per andare a rinnovare rapidamente nei prossimi giorni il contratto di lavoro, confermando la bontà di un sistema di relazioni forte e capace di reagire con altrettanta determinazione alle intemperie negoziali.
La proposta che Cgil-Cisl-Uil hanno da pochi giorni varato sui nuovi assetti contrattuali e il rinnovato clima unitario che si respira all’interno del movimento sindacale, del quale la Uil è accanita sostenitrice, saranno la nostra bussola nella fase finale del negoziato che sta per iniziare. Senza voler entrare nel merito dei contenuti che saranno oggetto della conclusione della trattativa, è però quanto mai opportuno confermare le scelte di fondo che noi speriamo di perseguire con questo rinnovo. Vogliamo che sia fortemente inclusivo, cominciando a ricomporre le tante, troppe fratture che negli anni si sono ormai aperte all’interno dei siti produttivi. Vogliamo che il sistema di welfare contrattuale preveda, tra le sue prestazioni, un ponte verso la pensione a favore di coloro che cessano l’attività nei 24 mesi precedenti il suo godimento. È infatti possibile, a nostro avviso, definire per via contrattuale soluzioni che consentano a chi, da decine di anni, è su una linea di produzione di poter anticipare l’uscita dal mondo del lavoro senza subire danni permanenti di carattere pensionistico.
È, infine, ovvio che la parte rilevante di questo rinnovo contrattuale sarà l’aumento salariale che, ci auguriamo, essere in linea con le migliori tradizioni del settore che non ha mai vincolato gli aumenti contrattuali a parametri definiti o a meccanismi di ricalcolo.
Fa parte, infine, della storia sindacale del settore che gli aumenti salariali decorrano dalla data di scadenza del contratto per mettere subito più soldi in tasca ai lavoratori.
Stefano Mantegazza