Bozzini (Uila Veneto): «Prezzi fuori controllo danneggiano un settore che funziona. E serve nuova manodopera»

mer 14 settembre 2022

Il settore agroalimentare per ora tiene, ma anche in Veneto il quadro inizia a preoccupare.

Quale situazione sta affrontando il vostro settore? All'orizzonte sembra esserci una ripresa? Quali scenari prevedete per i prossimi mesi?

«Il settore agricolo cosi come il settore alimentare nel Veneto, dal nostro osservatorio, stanno in questo ultimo anno affrontando una situazione bifronte.
Da una parte una ripresa importante delle produzioni e dei consumi sia in termini di valore che di qualità e dall’altra una pressione e una difficoltà a garantire quantità dettata dagli effetti climatici quali siccità e costi energetici.
La prospettiva del settore agricolo e alimentare sembra essere più legata a fattori esterni quali guerra in Ucraina che inducono alla crescita dei costi energetici che incidono sui trasporti e carburanti otre che a forme speculative sul reperimento di prodotti fertilizzanti
».
«Le caratteristiche delle produzioni agricole nel Veneto e la loro varietà, dai seminativi all’ortofrutta al vitivinicolo e quant’altro rappresentano una forza intrinseca del settore, in grado, anche per il diffuso e qualificato sistema di irrigazione dato dai Consorzi di Bonifica di soddisfare la domanda interna e più in generale anche la trasformazione dei prodotti per il settore alimentare».
«Gli effetti del cambiamento climatico e la pandemia, che hanno colpito anche il nostro territorio richiederebbero forse due tipi di interventi, da una parte un ripensamento più in generale di alcuni tipi di produzioni e filiere riguardanti gli allevamenti intensivi di animali (bovini suini e avicoli), riducendone le dimensioni e ripristinando la salubrità ed il benessere animale; dall’altro la creazioni di invasi per la raccolta dell’acqua piovana in grado di fronteggiare i cambiamenti climatici in essere quali la siccità e l’aumento delle temperature da cui non potremmo sfuggire nei prossimi anni».

Il prezzo dell'energia ha fatto impennare i costi di produzione. State riscontrando problemi? Cosa proponete?

«L’incremento dei costi energetici riguarda tutti imprese e produzioni, famiglie e consumatori. Occorre stabilire chi paga questo dazio, se le imprese rinunciando ed erodendo i loro profitti e margini o le famiglie impoverendosi e riducendo i consumi».
«Nel Veneto sembra che siano famiglie e consumatori che ne pagano le conseguenze, la crescita dei prezzi smisurata dei prodotti ortofrutticoli e di prima necessità sono evidenti e toccano maggiorazioni anche del 7-8 %.
Questa spirale pericolosa richiede un intervento governativo di controllo e di redistribuzione del carico inflazionistico dovuto ai costi energetici.
Quello che mi preoccupa maggiormente è comunque la speculazione che il commercio ed in particolare la grande distribuzione fa di questa situazione
».
«Un esempio eclatante, in diversi supermercati una bottiglia di vino di produzioni locali che veniva venduta ad un prezzo pari a 100, oggi la stessa bottiglia viene venduta ad un prezzo maggiorato del 10-15 % e così per molti altri prodotti locali».

La mancanza di manodopera è uno dei problemi del settore. Cosa proponete?

«Esiste anche in Veneto, un problema di reperimento (qualitativo) di mano d’opera in particolari momenti nelle stagioni di raccolta dei prodotti, dovuto in particolare alla scarsa trasparenza ed efficienza del mercato del lavoro.
Strutture pubbliche rese farraginose e incapaci di raccogliere ed orientare la domanda ed offerta di lavoro hanno lasciato spazio a caporali e sfruttamento.
Anche la forte riduzione degli organi ispettivi ed il loro imprescindibile ruolo di controllo ha indebolito il mercato del lavoro
».
«Secondo la Uila serve una forte ruolo degli enti bilaterali che da tempo sono stati costituiti in tutte le provincie del Veneto.
Gli Enti bilaterali formati da associazioni agricole e dalle organizzazioni sindacali presenti sul territorio potrebbero incrociare direttamente domanda e offerta di lavoro con relative competenze richieste, formare ed orientare la domanda e le professionalità dei lavoratori, certificare attraverso l’asseverazione dei contratti il rispetto delle regole e delle norme in termini contrattuali e di salute e sicurezza
».
«Insomma, serve una funzione ed un sostegno degli enti bilaterali al ruolo delle strutture pubbliche nel mercato del lavoro che dovrebbero aumentare così la loro funzione di controllo e di rispetto delle regole».

Vi preoccupa l'instabilità di governo? Cosa chiedete a quello nuovo?

«La politica torni a fare ciò che di più importante è chiamata a svolgere, ovvero la tutela del bene comune.

 

Troppa improvvisazione e instabilità, scarsa competenza non aiutano ad affrontare i problemi di un settore strategico come l’agricoltura.

Nel prossimo futuro con la situazione internazionale così compromessa, la ricchezza o la sopravvivenza di un paese sarà determinata anche ed in particolare dalla capacità autonoma di produrre i beni primari per i propri cittadini.

Dal prossimo Governo ma dalla politica in generale si richiede competenza capacità di ascolto e visione strategica».

«Ad esempio trovo sbagliato tute le continue campagne contro i lavoratori stranieri, l’immigrazione e così via.

Oltre ad essere una questione di civiltà, il Veneto ha bisogno in tanti settori di lavoratori stranieri a cui dovremmo riconoscere di essere anche cittadini con tutti i loro diritti».

«Trovo allucinante che ancora oggi qualcuno, anzi molti partiti ritengano che in agricoltura così come in altri settori per sopperire alla mancanza di manodopera si debba ricorrere ai Voucher, rendendo così ancora più precari i rapporti di lavoro, riducendo i redditi delle persone e favorendo la non trasparenza del mercato del lavoro e la clandestinità».

Che giudizio dà dellla Pac, la politica agricola comune della Ue e quali prospettive possono esserci per la produzione veneta?

«Della Pac molte sono le cose che alla luce degli eventi internazionali e delle situazioni dettate dai cambiamenti climatici andrebbero analizzate.

Nel Veneto come sempre qualcuno elabora, condivide con alcuni, e decide. A me e al sindacato penso debba essere particolarmente evidenziata la risoluzione riguardante la condizionalità sociale. Chi non rispetta le regole e i contratti di lavoro esistenti non deve avere diritto ai sussidi.

Il lavoro al centro dello sviluppo europeo in agricoltura, poi viene il resto, senza questa discriminante non ci possono essere soldi per produrre rispettando le caratteristiche territoriali e produttive dei vari paesi».

Di Andrea Rizzatello
(Riproduzione CUOREECONOMICO)

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