Abolizione della Tasi nel 2016. Loy: il governo garantisca la copertura totale

lun 20 luglio 2015

L’annuncio dell’abolizione della TASI sulla prima casa per l’anno prossimo, per i 25,7 milioni di proprietari di prima casa si tradurrebbe in un risparmio medio di 180 euro annui che salgono a 230 euro medi se si abita nelle Città capoluogo di provincia.
Questi dati emergono da una simulazione elaborata dalServizio Politiche Territoriali della UIL, nelle 106 Città capoluogo di provincia.

Secondo i risultati della simulazione UIL, il risparmio maggiore in valori assoluti si registra a Torino con 403 euro medi a famiglia; a Roma, invece, il risparmio sarà di  391 euro medi; a Siena 356 euro; a Firenze 346 euro; a Genova 345 euro; a Bari 338 euro; a Bologna 331 euro; a Foggia 326 euro; a Como 321 euro; ad Ancona 318 euro; a Milano 300 euro.
Mentre ad Asti il risparmio medio sarebbe di soli 19 euro medi; cifra che sale a 46 euro ad Ascoli Piceno51 euro a Crotone57 euro a Catanzaro60 euro a Cesena64 euro a Treviso65 euro a Potenza79 euro a Matera82 euro a Cosenza88 euro a Nuoro.

Per la UIL ogni riduzione del carico fiscale a carico delle famiglie è la ben venuta, commenta Loy,  però, per non incorrere negli errori del passato, sarebbe saggio e opportuno, che contestualmente all’abolizione della TASI, Renzi straccasse 8 mila assegni intestati ai Comuni, con copertura certa, dall’importo complessivo di 4,6 miliardi di euro.

Infatti, a tanto ammonta il gettito per i Comuni derivante dalla TASI, di cui 3,8 miliardi di euro per la prima casa e  il resto, 800 milioni, per gli altri immobili.
Tanto per fare qualche esempio concreto l’assegno per la Città di Roma dovrà ammontare e 524 milioni di euro; per Milano 206 milioni di euro; per Torino 115 milioni di euro; per Genova 74 milioni di euro; Napoli 63 milioni di euro; Bologna 48 milioni di euro; Firenze 42 milioni di euro; Bari 41 milioni di euro; Venezia 34 milioni di euro; Cagliari 20 milioni di euro; Palermo 16 milioni di euro; Reggio Calabria 9 milioni di euro.   

È vitale garantire la totale copertura finanziaria per evitare che si ripeta ciò che gli Italiani hanno vissuto in questi anni e, cioè,  che si cambi il nome ma non la sostanza (ISI, ICI, IMU, TRASI, TUC, IUC, TASI) oppure che i Comuni (consenzienti o inconsapevoli) aumentino, per bilanciare le minori entrate, altre imposte e tasse locali a iniziare dell’IRPEF Comunale (che pesa soprattutto sui lavoratori e pensionati), oppure taglino servizi essenziali per i cittadini.

Ultimo, ma non secondario: prima di parlare di abbassare altre tasse, il Governo si preoccupi di trovare, subito, le  coperture per 12,6 miliardi di euro per l’anno prossimo al fine di evitare gli aumenti dell’IVA e delle Accise che peserebbero molto e di più dell’abolizione della TASI, soprattutto per le famiglie a basso reddito.

Roma, 20 Luglio 2015

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